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Ehi, BIAS! Chi siete? Dove vi nascondete?

In questo articolo vi portiamo nei recessi nascosti della mente, dove i pregiudizi sussurrano dall’ombra e modellano la nostra realtà.

Il capolavoro del premio Nobel Daniel Kahneman e del professore di strategia Olivier Sibony fornisce la mappa per questa esplorazione della neuroscienza dei pregiudizi.

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La neuroscienza dei pregiudizi

Il cervello umano, una meraviglia dell’evoluzione, è predisposto per l’efficienza. Ma l’efficienza comporta un costo: la nascita di pregiudizi.

La ricerca di Kahneman e Sibony svela le complessità del nostro apparato cognitivo, dove i pregiudizi risiedono come scorciatoie del cervello.

Questi pregiudizi sono gli architetti invisibili dei nostri pensieri e delle nostre decisioni, che operano da un luogo oltre la mente cosciente, all’interno degli strati cognitivi dove i processi automatici gestiscono lo spettacolo: il famoso Sistema 1 di Kahneman.

Perché non sappiamo ciò che non sappiamo


Nell’allegoria della caverna di Platone, i prigionieri sono confinati in un’esistenza oscura, scambiando semplici riflessi per la realtà.

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Allo stesso modo, i pregiudizi ci confinano in una caverna invisibile di percezione. Non sappiamo ciò che non sappiamo perché i nostri pregiudizi sono abili a nascondersi in bella vista, facendo sembrare indiscutibilmente reali le pareti della nostra caverna cognitiva.

Questa ignoranza non è felicità; modella la nostra comprensione del mondo, ci intrappola in camere di risonanza e consolida le nostre idee sbagliate come verità. Uscire dalla caverna significa riconoscere la possibilità di distorsione – capire che la nostra realtà può essere una mera proiezione di ombre proiettate dai pregiudizi della nostra mente.

Che pregiudizi ci sono? Comprendere e superare i bias cognitivi


In “Thinking, Fast and Slow”, Daniel Kahneman presenta una serie di pregiudizi cognitivi che influenzano i nostri pensieri e le nostre decisioni. Con le intuizioni strategiche di Olivier Sibony, analizziamo adesso questi pregiudizi nelle sottocategorie di definizione, percezione, rischi e strategie di rimozione.


Il viaggio continuo dell’apprendimento e del disimparare

L’esplorazione dei nostri pregiudizi cognitivi rivela una verità profonda: il nostro cervello, pur straordinario nelle sue capacità, è anche incline a errori sistematici di pensiero che possono traviarci. Comprendere questi pregiudizi è come mappare le trappole nascoste della nostra mente.

La missione di MPEC risuona profondamente con questo percorso di illuminazione cognitiva. Non si tratta solo di acquisire conoscenza; si tratta di coltivare una mentalità di apprendimento e disapprendimento continuo. È sviluppare l’umiltà per mettere in discussione i nostri stessi giudizi e il coraggio di accettare che ciò che ‘sappiamo’ potrebbe essere influenzato da pregiudizi subconsci. L’impegno nello studio e nell’apprendimento non è solo un impegno accademico – è un impegno verso la crescita personale e verso l’evoluzione continua dei nostri schemi di pensiero.

Il percorso per superare i pregiudizi e abbracciare una visione del mondo più ampia e oggettiva è in perfetta armonia con la visione di MPEC. Impegnandoci nell’apprendimento per tutta la vita, ci diamo la forza di liberarci dalla caverna platonica dei nostri pregiudizi cognitivi. Impariamo non solo ad assorbire informazioni, ma ad interagire con esse in modo critico, a sfidare le nostre assunzioni e a rimodellare le nostre visioni del mondo.

Lo studio della lingua, molto simile allo studio della nostra mente, è una porta verso un mondo più vasto – un mondo dove possiamo comunicare più efficacemente, pensare più chiaramente e vivere più pienamente. Questo è il cuore della missione di MPEC: aiutare le persone a trascendere i loro limiti percepiti e a coltivare un’identità linguistica bilingue che sia il più possibile libera da pregiudizi.


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Quindi, continuiamo a studiare e ad imparare. Rimaniamo curiosi e aperti alla vasta gamma di conoscenza e consapevolezza di sé che ci attende. Così facendo, non solo impariamo una lingua o comprendiamo i nostri pregiudizi; trasformiamo noi stessi e, di conseguenza, il mondo che ci circonda.


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